Lunedì, 24 Giugno 2013 02:10

Associazioni a Scampia. Una cittadinanza vicaria

Scritto da  Gerardo

Da Domenico Pizzuti, riceviamo una riflessione-testimonianza sulla complessa e stratificata realtà di Scampia, troppo che troppo spesso cade sotto sbrigative descrizioni che la riducono a stereotipo. Il necessario aggiornamento dell’immagine di Scampia porta però a parlare di un caso di ordinaria emarginazione urbana.



“Cosa è cambiato 50 anni dopo” , era il titolo “azzeccato” apposto da IL DENARO venerdì 10 maggio a un mio intervento sull’attuazione o meno della promessa del Concilio Vaticano II a Scampia, e che non riguarda solo l’ambito religioso. È una domanda intrigante per leggere la realtà attuale di Scampia nell’area Nord di Napoli, al di là degli stereotipi di degrado e criminalità finora avvalorati dai mass media, che non rendono ragione di una realtà stratificata e complessa di un aggregato umano dominato da una concentrazione impressionante di palazzi abitati e dalle Vele in via di disarmo. È tempo di aggiornare l’immagine di Scampia che, a nostro avviso, attualmente si può definire un caso di “ordinaria emarginazione urbana” in seguito ad alcuni ritocchi all’arredo urbano ed alla vivibilità collettiva, miglioramenti che necessariamente non configurano un incivilimento diffuso specialmente sotto il profilo culturale.

Dobbiamo testimoniare che, rispetto alla mia prima venuta a Scampia circa due decenni orsono, ogni mattina vediamo le madri con gli zainetti in spalla portare i loro figli alle varie istituzioni scolastiche del quartiere, ed anche dal campo rom scorgiamo le madri accompagnare i figli a scuola. Rispetto ad un cambiamento religioso e culturale atteso, come rilevato nell’intervento citato, si ha la sensazione che nel cinquantennio trascorso non c’è stata una diffusa “rivoluzione culturale”a Scampia, ma piuttosto una colonizzazione dei ceti medio-bassi da parte dei mezzi di comunicazione di massa e delle istanze consumistiche. Basti osservare l’omologazione totale alla moda delle donne del quartiere secondo le loro possibilità economiche.

Nello stesso tempo, non si può non mettere in luce l’intervento deciso intrapreso congiuntamente dalle forze dell’ordine nel secondo semestre dell’anno 2012 per contrastare il fiorente traffico della droga, che ha portato all’eliminazione delle piazze di spaccio nel quartiere ed alla liberazione di interi fabbricati come il Lotto P. Il compimento della “militarizzazione” del territorio per il contrasto al traffico della droga, con il controllo delle forze dell’ordine per impedire la rinascita delle piazze di spaccio, invoca interventi per migliorare la vivibilità soprattutto sotto il profilo delle opportunità di lavoro per giovani e adulti.

In questo contesto non immobile, se non altro perché con maggiori difficoltà si compie la riproduzione biologica, culturale, sociale e religiosa della popolazione, un rilievo particolare assume la presenza e l’attivismo da decenni di Comitati ed Associazioni, dallo storico Comitato delle Vele che ha animato per decenni la lotta per la casa e la riqualificazione del quartiere, al GRIDAS animato da un artista di graffiti come Felice Pignataro e promotore del colorato Carnevale che da un trentennio attraversa le vie del quartiere, all’Arci Scampia per la socializzazione giovanile al gioco del calcio, a Legambiente, più recentemente al Centro territoriale “ Mammut”, al Centro di Formazione dei Padri gesuiti “Alberto Hurtado”, alla Ludoteca “Il Giardino dai mille colori” animato dalle suore della Provvidenza, alle Associazioni “Chi rom e... chi no”, “ Dream team. Donne in rete per la rivitalizzazione urbana” e così via . Una consistente presenza di Associazioni sociali, culturale e sportive, e religiose che insieme alle Istituzioni scolastiche sono i promotori di integrazione sociale e culturale delle giovani generazioni e di assistenza ai più svantaggiati, compresi i nuclei Rom.

Questi Comitati di cittadini ed Associazioni hanno dato vita con documenti e pubblicazioni ad un elaborazione culturale sulla situazione ed i diversi problemi del quartiere che hanno trovato una proiezione “politica” nel Comitato spontaneo “Scampia felice” con Manifesti di idee e proposte, dai progetti innovativi per lo sviluppo territoriale, alla localizzazione di Facoltà Universitarie oggetto di ripetuti protocolli ad un welfare per i ceti meno privilegiati e al lavoro per le giovani generazioni, alla centralità della scuola e formazione, alla questione femminile, e non ultimo alla tutela della salute dei cittadini e dal nodo dei trasporti. E non ultimo a una civile accoglienza ed integrazione dei Rom risiedenti ormai da quasi un trentennio sul territorio.
Analisi, idee e proposte sono raccolte in questo dossier, espressioni di una cittadinanza Attiva e responsabile ( come le proposte sul Protocollo d’intesa “Una rete per la raccolta differenziata porta a porta a Scampia”), da parte di un elite culturale con radici popolari che alza la voce. Ricalcando una categoria elaborata in sociologia per il fenomeno religioso “Religione vicaria” per indicare una minoranza religiosa attiva che opera a favore di un più ampio numero che approva ciò che la minoranza sta compiendo, anche in questo caso possiamo riferirci ad una “CITTADINANZA VICARIA” di una minoranza sociale che opera con il consenso circostante. E che in un certo senso si fa STATO.


Napoli, 22 maggio 2013

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